In scena dal 26 novembre all’1 dicembre
Il prossimo 26 novembre, in prima nazionale, al Teatro San Ferdinando di Napoli andrà in scena lo spettacolo Woyzech da Georg Buchner. La rappresentazione, tradotta ed adattata da Federico Bellini, vede la regia di Tommaso Tuzzoli con protagonisti Tony Laudadio, Alberto Boubakar Malanchino, Federica Sandrini, Edoardo Sorgente. Lo spettacolo è in programmazione fino a tutto il primo dicembre.
Il testo
Heiner Müller, in occasione del discorso tenuto nel 1985 per il conferimento del Premio Büchner, lasciò praticamente attonito l’uditorio, sostenendo che forse Woyzeck tornerà tra noi, da vivo o nella sua resurrezione, assumendo una forma tutt’altro che rassicurante e in qualche modo anticipatoria della grande aberrazione nazista del Novecento. Woyzeck, forse il primo sottoproletario messo al centro di un’opera di teatro, la cavia che da mesi mangia piselli per qualche soldo e che viene regolarmente controllato da un Dottore nelle sue manifestazioni fisiche, vessato da un Capitano che gli instilla il seme della gelosia, ritenuto sottilmente una bestia, ragionevole o no, da tutti coloro che incarnano un superiore. Il potere, nelle sue varie incarnazioni, lo dirige come un burattino, uno degli automi tanto cari allo scienziato Büchner, forse incapace di intendere ma non ancora di non volere. Nel ritmo sincopato di questa nuova traduzione, l’obiettivo è di restituire la natura del testo originale tedesco, dove le frasi sono spesso spezzate, allucinate, dove il gergo proletario di Woyzeck e Marie si distanzia dal tedesco barocco e persino sgrammaticato con cui Büchner si prende gioco del potere. Una versione coerente con quella che pare la distribuzione e la cronologia più verosimile delle scene pensate da Büchner, che di fatto presenta quasi due inizi diversi, ma che restituisce immediatamente, fin dalla scena iniziale, la rappresentazione di un uomo già probabilmente al limite delle forze. Frammenti legati in scene in un unico respiro, cercando di non tradire la natura visionaria e incredibilmente post-drammatica del capolavoro. Immersi in un luogo sospeso, la concretezza delle relazioni e questa parola scarna senza orpelli permetterà agli attori di restituire una parola affilata, affilata come quella stessa lama di coltello che permetterà l’omicidio. Come pianeti che ruotano intorno alla stella madre, gli interpreti di questo lavoro ruoteranno intorno al corpo di Woyzeck come in un vortice che condurrà ad un finale profetico e privo di speranze. L’incubo di Woyzeck diventa l’incubo che sfocerà nel totalitarismo, nella rivoluzione restauratrice. Nel corpo di Woyzeck, ancora oggi, sopravvivono gli spettri dell’Europa.
Altre informazioni
La rappresentazione dura circa 1h e 20m, le scene e costumi sono di Pier Paolo Bisleri, il disegno e le luci di Simone De Angelis e il suono di Daghi Rondanini.
Produzione
Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Casa del contemporaneo – Centro di produzione teatrale,
Il Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Tinaos in collaborazione con Dialoghi – Residenze delle arti performative a Villa Manin 2022 – 2024 a cura del CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia.
durata dello spettacolo
1 ora e 20 minuti