Il Napoli di Conte? Una Juventus senza favori arbitrali

Napoli Conte? Juve senza favori arbitrali
Antonio Conte

Nessuna idea, gioco assente e vittorie a muso corto assomigliano gli azzurri allenati dal salentino ai bianconeri del primo Allegri

Per chi viene dalla scuola Juventus, è risaputo, la vittoria non è importante: è l’unica cosa che davvero conta. Non sfugge a questo mantra Antonio Conte che, oggi, siede sulla panchina del Napoli ma che, anche questa è cosa nota, della società bianconera è stato bandiera e uomo squadra prima come calciatore e poi come allenatore.

Pedissequo applicatore della lezione mandata a memoria ai tempi della scuola a strisce verticali bianche e nere, perciò, il tecnico pugliese sta trasformando, plasmando sempre di più l’undici azzurro in un clone tattico di quella che è stata per anni la sua squadra che, vista da vicino ma anche da lontano, assomiglia tantissimo a quella negazione del calcio che fu la prima squadra di Torino allenata da Massimiliano “Max” Allegri.

Napoli uguale Juve? I perché

Nessuna idea tattica che non sia di andare in vantaggio e difenderlo per portare a casa i tre punti; l’assenza totale di qualsivoglia forma di gioco che per ritrovare una formazione così sbiadita, scialba, brutta nell’era del presidente Aurelio De Laurentiis dobbiamo andare a ritroso fino al gruppo allenato da Roberto Donadoni o, in misura minore, al secondo anno dell’esperienza sulla panchina azzurra di Gennaro “Rino” Gattuso; vittorie ottenute per il rotto della cuffia e quasi mai oltre le due reti a gara con formazioni nettamente inferiori al tasso tecnico dei partenopei quali, per esempio, Empoli e Parma che si trasformano, invece, in sonore sconfitte e vere e proprie lezioni di gioco e calcio quando si affrontano squadre di prima fascia quali Internazionale ed Atalanta. Già, perché questo è il quarto e decisivo motivo che ci porta a paragonare questo Napoli brutto e appena appena vincente alla Juventus di Max Allegri: l’incapacità di Antonio Conte di incidere sull’andamento della gara e sul risultato quando gli episodi modificano il canovaccio del match dal segnare e difendere lo striminzito vantaggio per far propria la vittoria.

Un Napoli juventino ma senza i favori del Palazzo

In conclusione, il Napoli contiano, così decantato da tanti addetti ai lavori e non alle latitudini del Golfo, a nostro modo di vedere altro non è che una copia della Juventus brutta, sporca e cattiva del duo Agnelli-Allegri, ma che, a differenza di quella squadra, non gode dei favori del Palazzo come dimostra il caso Var-Mariani nell’ultima gara giocata a San Siro contro l’Inter. Non c’è da stare perciò allegri – nel senso di stato d’animo e non di allenatore – per i tifosi azzurri che, speranzosi nel quarto scudetto, sedotti dal fascino taumaturgico del tecnico che si è presentato con un napoletanissimo “avimma fatica’”, in ogni gara casalinga affollano il Diego Armando Maradona con 50mila presenze o giù di lì per la gioia del cassiere della Società Sportiva Calcio Napoli; avanti così quel sogno chiamato quarto scudetto difficilmente si realizzerà.

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