Al Maradona gara decisiva: un pareggio o, peggio ancora, una sconfitta, aprirebbero la crisi in casa azzurra
Le chiacchiere stanno a zero. Non ci giriamo intorno e, soprattutto, non offendiamo la nostra e altrui intelligenza. Se oggi, fischio d’inizio alle ore 18, allo stadio Diego Armando Maradona di Napoli i padroni di casa non dovrebbero fare risultato pieno contro la banda di scappati di casa che è la Roma attuale, la cui guida tecnica, più per disperazione che per convinzione. è stata riaffidata dalla proprietà americana a quel signore, sul campo e nella vita, rispondente al nome di Claudio Ranieri, saremmo di fronte alla prima, vera, crisi stagionale della squadra allenata da Antonio Conte.
Senza vittoria sarà crisi. Perché?
I motivi di quanto affermiamo sono molteplici e, a nostro dire, tutti fondati e validi:
Gli azzurri non disputano le coppe europee, a differenza di quanto, invece, fanno tutte le altre pretendenti al titolo e della stessa squadra giallorossa; indi per cui l’allenatore pugliese ha più tempo per allenare i ragazzi e preparare le partite che, purtroppo per la tifoseria azzurra, quest’anno sono quasi e solo esclusivamente quelle della Serie A, eccezion fatta per la Coppa Italia.
Il Napoli ha una rosa preparata e costruita, fin dalla scelta del tecnico a cui affidare la panchina dopo la disastrosa e disastrata stagione passata, se non per vincere subito lo scudetto per arrivarci, comunque, molto ma molto vicino.
Il team contiano viene da due “stecche” nelle ultime due partite di campionato, dove quando ha visto neroazzurro, contro Atalanta in casa prima e l’Inter in trasferta poi, non è andato oltre un pareggio stentato ed immeritato in quel di San Siro.
Per tutto questo e per altro che sarebbe lungo da riassumere in un articolo che voglia attirare l’attenzione del lettore ed essere letto con passione ed attenzione, crediamo che ove dovrebbe materializzarsi il più classico del non ce due senza tre, inteso come numero di partite di fila senza vittorie, la crisi azzurra sarebbe palese e pur se, siamo certi, ambiente e società non metteranno Antonio Conte sotto accusa, qualche domandina su dove voglia e possa realmente arrivare questa squadra e sull’incapacità del tecnico salentino di trasmetterle quel quid in più che, invece, seppe comunicargli Luciano Spalletti, bisognerà pur farsela: almeno di non avere gli occhi foderati di un prosciutto di alta qualità e tagliato a fette ben spesse.