La V giornata della massima divisione del campionato di calcio italiano ha davvero detto tanto. Anzitutto, per gli amanti del pallone che fu, la piacevolissima quanto inaspettata, a inizio stagione, prima posizione in solitaria del Torino allenato da Paolo Vanoli. In second’ordine, visto lo stato attuale delle due squadre, l’altrettanto imprevedibile vittoria in “trasferta” dell’attualmente disastrato Milan di mister Fonseca sui cugini nerazzurri di Simone Inzaghi; in un derby della Madonnina che sa sempre regalare emozioni forti e spettacolo sul campo e sugli spalti. Last but no least il pareggio, scialbo a dire il vero, tra la Juventus di Thiago Motta e il Napoli dell’ex bandiera, in campo ed in panchina, Antonio Conte: partita che, pur se brutta assai, ha comunque lasciato intendere che le due squadre, eterne rivali, si faranno strada nel corso di una Serie A ai suoi primi vagiti.
Toro non sarà un’avventura?
È davvero presto per tracciare un primo, parziale, bilancio del cammino sin qui fatto dalle squadre summenzionate (non essendo neppure a un terzo delle gare disputate) e, tantomeno, azzardare pronostici su chi potrà confermare oppure no quanto di buono sin qui fatto e chi, invece, farà meglio di quello che ha fatto vedere in queste prime cinque giornate di campionato. Ciò premesso, però, qualche parola la si può comunque spendere sulla solidità e compattezza di un Toro la cui prima posizione in classifica potrebbe, citando l’indimenticato ed indimenticabile Lucio Battisti, “non essere un’avventura, non essere soltanto una primavera” – pur se siamo all’inizio dell’autunno -. Questo, soprattutto perché in panchina siede un allenatore, forse sconosciuto ai più prima di questo turno di campionato, la cui storia è fatta di lavoro, lavoro e ancora lavoro non sempre riconosciuto nella giusta maniera da un mondo del calcio che ama correre dietro le chimere o le meteore del momento (calcistico, ovviamente): proveniente dai quadri tecnici della Federazione Italiana Giuoco Calcio, Paolo Vanoli è poi stato, a lungo, collaboratore dell’attuale mister azzurro Antonio Conte; al Chelsea prima e all’Inter poi. Rescissa la collaborazione con i neroazzurri, poi, ha fatta la sua prima, vera, esperienza da allenatore in prima con lo Spartak Mosca: squadra con la quale ha vinta una Coppa di Russia e con la quale ha preferito interrompere il suo rapporto di lavoro con lo scoppio del conflitto bellico russo-ucraino. Prima della grande occasione in A con il Torino, due annate al Venezia: la prima da subentrato con i lagunari invischiati nella lotta per non retrocedere e alla fine portati su fino ai playoff promozione; la seconda con una regular season chiusa al terzo posto e una promozione in Serie A ottenuta battendo in finale la Cremonese. Quindi, storia recente, l’approdo ai granata questa estate ed una partenza inaspettata in A che sta facendo sognare i tifosi e appassionare, come scritto, tutti gli amanti di quel calcio meno ricco ma più romantico del quale, indiscutibilmente, insieme al Grifone genoano, il Toro è la memoria, il simbolo, l’espressione più alta da sempre.